Aristotele disse che l’uomo è un animale politico fatto per stare in una società. Quale luogo migliore per parlare di politica se non la scuola? Ogni giorno noi studenti riceviamo migliaia di informazioni, ma quante di queste ci prepareranno davvero alla vita che ci aspetta fuori da queste mura protettive? Non ci sono dubbi sul fatto che una testa pensante sia migliore di una testa piena. Ma è sempre così?
Le difficoltà con la pandemia
Nell’ultimo anno noi studenti siamo stati messi a dura prova. Con l’arrivo del covid e l’inizio della didattica a distanza è stato necessario reimparare a studiare, approcciarci a un metodo di studio che aderisse alla situazione che stavamo vivendo in emergenza sanitaria. Le relazioni sociali sono state annullate e con esse tutte le nostre certezze. Tutto è ancora appeso ad un filo, ad un colore, dichiarato il venerdì sera al TG, che determina la nostra sorte dalla settimana successiva, la nostra, come quella di tutti. Così, tra mille verifiche e interrogazioni, abbiamo iniziato a chiederci cosa non andasse già da tempo nel sistema scolastico italiano.
L’educazione civica
Quest’anno, sono state proposte tante nuove attività scolastiche, tra le quali vi è anche l’educazione civica. A partire infatti dall’anno scolastico 2020-21, l’insegnamento dell’Educazione civica è diventato obbligatorio in tutti i gradi dell’istruzione, a partire dalle scuole dell’infanzia, secondo quanto previsto dalla legge 92 del 2019. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, questa materia non è stata affrontata da tutte le scuole nel modo corretto. Nella scuola, che rappresenta una società composta da caratteristiche e ideali differenti, l’educazione civica dovrebbe insegnarci “l’arte di governare” nel suo senso più puro, quello che non ha un preciso schieramento ma che mira al rispetto verso gli altri e verso le leggi. Spesso sentiamo parlare di costituzione, di articoli, letti purtroppo superficialmente, senza entrare nel vivo della discussione, del dibattito che apre ad un confronto sano e costruttivo. L’Educazione civica, introdotta a scuola, ruota intorno a tre assi: la Costituzione, lo sviluppo sostenibile e la cittadinanza digitale; aspetto fondamentale di questa materia, secondo me, è proprio l’educazione ambientale, perché è necessario educare i bambini e i ragazzi al rispetto per il nostro pianeta e per la società.
LE MATERIE DA IMPLEMENTARE
Altre due materie molto sottovalutate ma, a parer mio, fondamentali e che andrebbero introdotte e approfondite nelle scuole sono l’educazione alla tecnologia e l’educazione sessuale. Entrambe, se svolte correttamente e se affiancate da professionisti e non dai docenti di altre materie, possono rappresentare una vera e propria guida nella nuova società che sta nascendo. Ad oggi è importante sapere come muoversi sui social, come avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali, conoscere già dalla tenera età i rischi e i pericoli ai quali si può andare incontro su internet. Ed è altrettanto importante abbattere ogni tabù che si è creato nei secoli sulla sessualità, parlarne per sfatare falsi miti e per rassicurare i giovani su queste tematiche.
IL CONFRONTO CON GLI ALTRI PAESI
L’Italia ha sempre cercato di riformare il sistema scolastico, ma pare che non abbia ottenuto grandi risultati, a differenza di quanto avvenuto negli altri paesi europei. Al primo posto nella classifica dei sistemi di istruzione vi è la Finlandia che, nel corso degli anni, ha ottenuto notevoli risultati in ambito scolastico. In primo luogo, ha puntato ad una severissima selezione degli insegnanti: infatti, per insegnare bisogna aver conseguito con ottimi voti un buon percorso di laurea e superare diversi test. Questa selezione ha reso possibile una migliore qualità del personale docente. La scuola è divisa in primaria obbligatoria, che va dai 7 ai 16 anni (nei primi due anni non vengono nemmeno espressi giudizi), e secondaria facoltativa che va dai 16 ai 19 anni come preparazione all’università e al lavoro. I compiti per casa sono ridotti al minimo, in modo da lasciare più tempo a tutti gli studenti da dedicare alle proprie passioni. Un altro sistema scolastico ben funzionante è quello dell’Estonia, la quale ha organizzato la scuola in corsi obbligatori e in corsi formativi scelti dallo studente in libertà.
COSA NON VA
Sarà un caso che paesi come quelli scandinavi, l’America o l’Australia sono molto più avanti di noi anche a livello economico e sociale? O forse è dovuto anche a un’istruzione magari non migliore, ma più utile? Gli studenti di oggi saranno i cittadini di domani e oltre alla cultura generale, alla storia, alla letteratura, all’infinità di nozioni a memoria è importante che sappiano relazionarsi con gli altri, stare in gruppo, imparare ad affrontare la vita. In Italia si tende ancora a considerare le passioni di un ragazzo perdita di tempo e distrazioni per lo studio, mentre in realtà potrebbero essere anche future opportunità di lavoro per vivere la propria vita serenamente. Il rischio, a mio avviso, è invece quello di uscire dalla scuola pieni di informazioni, ma vuoti dentro, senza più stimoli. E’ davvero così importante conoscere a memoria la vita di un poeta o una formula matematica? O forse è meglio capire, ragionare, argomentare ed esprimere le proprie idee per andare avanti e non fermarsi alle nozioni mnemoniche?
CONCLUSIONI
La Finlandia e l’Estonia sono solo due dei paesi dai quali l’Italia potrebbe trarre spunto. Gli studenti che decidono di abbandonare precocemente gli studi stanno drasticamente aumentando. Durante la pandemia, la vita di molti ragazzi è stata annullata a causa dell’emergenza sanitaria e dell’eccessivo carico di studio, e il tempo da dedicare a passioni come l’arte, la musica, la lettura e lo sport è stato ridotto al minimo. In qualità di studentessa, vorrei che lo Stato si occupasse in maniera più concreta della mia istruzione. Vorrei non essere trattata come un recipiente di informazioni rappresentato da un numero, ma piuttosto come una persona libera, capace di pensare e di esprimere un’opinione.
“L’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo” (Nelson Mandela)