In questi mesi in molti hanno vissuto forti stress, frustrazioni e timori per la pandemia in corso, per le restrizioni fisiche e sociali a cui si è stati costretti, per le difficoltà economiche e sanitarie, per l’acuirsi di contrasti e violenze familiari e per il flusso continuo d’informazioni, non sempre attendibili e foriere d’ingiustificato panico.
Ma molti sono stati i vantaggi che il prolungato lockdown ha prodotto nella società, oltre l’importante riduzione del contagio e con sé di ricoveri e decessi, la riscoperta di realtà intime e familiari sopite, di una rinnovata creatività individuale e collettiva, del valore dell’empatia, della collaborazione sociale e della condivisione di progetti e intenti. Ha inoltre ridotto drasticamente il numero d’incidenti stradali con lesioni a persone. (*)
La società si sta ormai avviando verso una progressiva seppur lenta ripresa da questa pandemia, che tanto ha sconvolto le nostre vite. E se gli aspetti positivi saranno certamente notevoli e preponderanti in ambito sociale, economico, sanitario ed emotivo, ci saranno altresì strascichi psicologici e pratici che si protrarranno a lungo.
Inoltre, esiste il rischio concreto che la ripresa delle attività economiche e sociali possa nuovamente portare ad un aumento d’incidenti stradali con lesioni a persone. Ed è proprio su questo argomento che vorrei proporre un’importante e concreta riflessione.
Le cause degli incidenti stradali sono le più disparate, talvolta fortuite, altre intenzionali per condotte improprie ed altre ancora apparentemente fortuite ma frutto di disinformazione, incuria, incompetenza o superficialità. E vorrei soffermarmi proprio su queste ultime.
Vorrei partire dalla mia personale esperienza alla guida. Ho conseguito la patente compiuti i diciotto anni ed ho guidato per molti anni auto, motorino e bici, anche elettrica, senza eccessive difficoltà o incidenti, sebbene io sia sempre stata molto cauta e responsabile alla guida. Da almeno quindici anni, però, ho dovuto rinunciare alla patente perché sono affetta da una grave e degenerativa patologia visiva, la retinite pigmentosa. Anche se, in verità, quando mi è stata diagnosticata, ormai più di vent’anni fa, non mi è stato detto né spiegato quale fosse la sua reale gravità e quali fossero le conseguenze, per cui ho continuato a guidare, inconsapevole dei rischi che correvo io ed il prossimo. Inoltre, riguardando la documentazione medica a ritroso, con la consapevolezza e le conoscenze attuali, mi sono resa conto che non avrei mai dovuto e potuto conseguire la patente di guida, poiché non ho mai posseduto i requisiti necessari previsti per legge.
“Requisiti minimi di idoneità fisica e mentale per la guida di un veicolo a motore. […] Ai fini del presente allegato, i conducenti sono classificati in due gruppi:
– Gruppo 1: conducenti di veicoli delle categorie AM, A, A1, A2, B1, B, e BE. […]
Requisiti visivi. […]
A.3. Gruppo 1
A.3.1. Il candidato al rilascio o al rinnovo della patente di guida deve possedere un’acutezza visiva binoculare complessiva, anche con correzione ottica, se ben tollerata, di almeno 0,7, raggiungibile sommando l’acutezza visiva posseduta da entrambi gli occhi, purché il visus nell’occhio che vede peggio non sia inferiore a 0,2.
A.3.2. Il campo visivo binoculare posseduto deve consentire una visione in orizzontale di almeno 120 gradi, con estensione di non meno di 50 gradi verso destra o verso sinistra e di 20 gradi verso l’alto e verso il basso. Non devono essere presenti difetti in un raggio di 20 gradi rispetto all’asse centrale, inoltre deve essere posseduta una visione sufficiente in relazione all’illuminazione crepuscolare, un idoneo tempo di recupero dopo abbagliamento e un’idonea sensibilità al contrasto, in caso di insufficienza di tali due ultime funzioni la Commissione medica locale può autorizzare la guida solo alla luce diurna.
A.3.3. Qualora sia rilevata o dichiarata una malattia degli occhi progressiva, la patente di guida può essere rilasciata o rinnovata dalla Commissione con validità limitata nella durata e se del caso con limitazione per la guida notturna, avvalendosi di consulenza da parte di medico specialista oculista. […].”
Decreto legislativo 59/11 – Allegato III. (Art. 119 Cod. Str.).
Per la fonte, fai clic qui.
Allo stesso link si possono consultare i requisiti visivi minimi previsti anche per coloro che hanno una visione monoculare.
Per ciò che concerne i requisiti uditivi minimi, poiché nel gruppo di patologie ereditarie della retina, di cui la retinite pigmentosa fa parte, vi sono delle sindromi che alla malattia retinica aggiungono alterazioni come la sordità (sindrome di Usher), è previsto quanto segue.
“Requisiti uditivi
- Per il conseguimento, la conferma di validità o la revisione della patente di guida per motoveicoli ed autoveicoli delle categorie A e B occorre percepire da ciascun orecchio la voce di conversazione con fonemi combinati a non meno di due metri di distanza.
- La funzione uditiva può essere valutata con l’uso di apparecchi correttivi dell’udito monoaurali o binaurali, purché tollerati. L’efficienza delle protesi deve essere attestata dal costruttore con certificazione rilasciata in data non anteriore a tre mesi, da esibire al medico di cui all’articolo 119, comma 2, del Codice. […].”
Articolo 323 – regolamento di attuazione (Art. 119 Cod. Str.).
Per la fonte, fai clic qui.
Purtroppo, nonostante il trascorrere degli anni, la maggiore consapevolezza ed il progresso scientifico nell’ambito delle patologie visive e uditive, ancora oggi è molta la strada da percorrere in piena sicurezza, in tutti i sensi. Infatti, capita ancora troppo spesso che le commissioni mediche preposte alle visite d’idoneità alla guida, siano troppo superficiali o poco competenti, o chi è affetto da patologia visiva e/o uditiva non ne sia consapevole, o non lo sia dell’effettiva gravità, o, peggio ancora, la ometta in corso di visita, poiché non preventivamente segnalata dai medici specialisti che l’hanno accertata, ulteriore negligenza, e ne sottovaluti le gravi ed eventuali conseguenze.
Dunque, quanto sicure sono ad oggi le nostre strade, quanto tranquilli possiamo sentirci quando le percorriamo?
Spero che tale grave negligenza e diffusa disinformazione possano presto essere superate attraverso un maggiore impegno, consapevolezza, responsabilità, informazione e conoscenza, da parte di tutti coloro che vi sono coinvolti, affinché si possa davvero tornare a percorrere le strade in tranquillità e sicurezza.
(*) Fonti: