Sempre più spesso, anche tra utenti privati, ci si scambia in rete file di grandi dimensioni. Si tratta di audio, talora di video o di immagini che, proprio a causa del loro peso in termini di Byte, non possono essere condivisi con la normale posta elettronica.
Per questo il mercato pullula di soluzioni, gestibili anche dai telefonini, sia gratuite che a pagamento, che consentono di condividere contenuti con una o più persone. In genere questi programmi mettono a disposizione dell’utente una certa quantità di spazio gratuitamente, riempita la quale, richiedono l’acquisto di ulteriore spazio a titolo oneroso.
Nel presente articolo, ci occupiamo di una di queste soluzioni, la più facilmente reperibile perché inclusa nella cartella di Google quindi presente, nativamente, in non pochi telefoni Android.
Si tratta di Google Drive, collegata al proprio account Gmail, con il quale si consiglia di gestire l’apparato Android.
Si possono condividere, conoscendo la e-mail, o le e-mail dei destinatari, sia singoli file, sia intere cartelle in cui raggruppare i contenuti.
Come in altre applicazioni, esistono varie modalità di condivisione: io posso autorizzare uno o più utenti alla sola visione del contenuto, al suo download, alla sua modifica. Posso anche operare affinché il mio contenuto sia disponibile quando non sono connesso.
Generalmente Google Drive è presente tra varie altre modalità nelle app che prevedono la condivisione di contenuti.
Lanciata l’applicazione, proviamo a dare uno sguardo alle sue impostazioni premendo, in alto, sempre orientando il dispositivo con la porta di caricamento rivolta verso il nostro petto, il riquadro di navigazione a scomparsa.
Non citeremo naturalmente tutte le impostazioni presenti, ma solo quelle ritenute maggiormente utili. Non ci troviamo qui all’interno di un singolo contenuto ma nel menu principale dell’applicazione, cioè proprio immediatamente dopo il suo lancio. Anche nel singolo contenuto, troveremo un riquadro di navigazione che, però, consentirà di agire solo su quel particolare file. All’interno del menu di navigazione, troviamo:
- Recenti. Se selezionato offre l’accesso ai file condivisi più recentemente.
- Condivisi con me. Consente di accedere ai documenti che altri hanno condiviso con me, elencati in ordine cronologico.
- Cestino. Consente di accedere al cestino che va periodicamente svuotato, perché ove si riempia, impedirà il caricamento dei file sull’applicazione, intasando da solo tutto lo spazio disponibile.
- Backup. Contiene i dati salvati anche da altre applicazioni.
Immediatamente sotto, troviamo i file e eventualmente le cartelle, presenti sul nostro drive. Sotto ad ogni contenuto, file o cartella, analogamente a quanto avviene in documenti Google, abbiamo il menu “altre azioni”. Questo menù, se aperto, prevede:
- Condividi. Consente, tramite la casella persone, di condividere un documento con una o più persone, scrivendo la loro mail. Tramite apposita casella, possiamo anche inviare al destinatario della condivisione un messaggio che spieghi di cosa si tratti. Il destinatario riceverà un invito che dovrà, eventualmente, accettare.
- Copia link. Copia il link affinché chiunque lo abbia possa accedere al contenuto. Per accedere a un contenuto tramite link, attivare anche la casella: condivisione tramite link.È anche possibile rinominare e eliminare il contenuto. In qualunque momento lo status di un collaboratore, anche rispetto a contenuti già condivisi, può essere modificato cliccando per due volte sulla sua e-mail e scegliendo, dal menu che si apre, la possibilità desiderata. Tramite la voce “Non può accedere”, lo si escluderà permanentemente dalla fruizione di quello specifico contenuto, o, se agiamo su una cartella, di tutta la cartella.
Google Drive si rivela una modalità utile ed efficace per scambiarsi file. Naturalmente ve ne sono altre quali, ad esempio, One drive di Microsoft o Dropbox. Non appare difficile prevedere che, aumentando molto il traffico di materiale in rete, questa tipologia di applicazioni crescerà in modo vorticoso. Naturalmente noi speriamo sempre che, in contemporanea, ne cresca anche l’accessibilità.