L'immagine mostra il Logo vEyes Orchestra

Lo scorso 2 marzo il quotidiano “La Sicilia” ha dedicato un’intera pagina, curata con grande sensibilità e scrittura brillante dalla giornalista Pinella Leocata, al percorso e alle attività della nostra onlus vEyes. Di seguito vi proponiamo l’articolo principale del focus che ci ha riguardato, ringraziando Pinella Leocata anche per il suo cortese nulla osta alla pubblicazione sul nostro magazine.

Creare un’orchestra di piccoli musicisti non vedenti è la più recente scommessa di Massimiliano Salfi, esperto di tecnologie e docente di informatica all’Università di Catania. E ce la farà, con successo, come sempre, da quando ha deciso di dedicare la propria vita, e le proprie competenze, a ideare e a sviluppare ausili tecnologici indossabili volti a mitigare i problemi che devono affrontare le persone che non vedono.
Tutto comincia il 20 gennaio del 2012 quando a sua figlia Arianna, una bimba di 8 anni, viene diagnosticata una retinite pigmentosa, una malattia rara che provoca la cecità o, nel migliore dei casi, una grave perdita della vista. Fu uno choc cui il prof. Massimiliano Salfi reagì subito, forte della fede cristiana e di una grande capacità di lottare, per sua figlia e per tutti coloro che si trovano ad affrontare le stesse difficoltà. «Già sul volo di ritorno da Napoli, dove avevamo avuto la diagnosi – racconta – decisi che avrei proposto ai miei allievi delle tesi di laurea volte a progettare ausili indossabili per non vedenti basati sull’uso degli smartphone e delle nuove tecnologie. E le risposte arrivarono subito perché i ragazzi erano contenti all’idea che il loro studio potesse continuare oltre la tesi. Si trattava, infatti, di tesi sperimentali, ma pratiche».
Nacque così tutta una serie di strumenti e di app volte ad evitare gli ostacoli, a riconoscere gli oggetti, a “leggere” i testi scritti. Cominciarono ad arrivare premi e riconoscimenti e un grande interesse da parte dei mass media nazionali, dalla Rai alle grandi testate giornalistiche. Nel 2014 la nascita dell’associazione “vEyes” onlus, dove v sta per virtuale, occhi virtuali. Un’associazione che ha l’obiettivo di sviluppare servizi, tecnologie e progetti da mettere gratuitamente a disposizione delle persone con disabilità visiva. Innovativo non solo lo scopo, ma anche il modello associativo creato per raggiungerlo. A differenza delle altre associazioni, infatti, “vEyes” non ha iscritti, cui dunque non offre servizi esclusivi, ma segue un modello open, come le tecnologie, cioè è aperta a tutti, tanto che la rete creata conta già oltre 12.000 persone, ed è al servizio di chi lo richiede. «Sviluppiamo tecnologie innovative e competitive, ma non le vendiamo, le doniamo. Per questo ci hanno definito una start-up no profit. Un modello che al Sud non viene compreso – commenta con amarezza il prof. Salfi – perché nessuno crede che qualcuno doni gratuitamente qualcosa, neppure di fronte alla motivazione della malattia di una figlia».
E sono stati tanti gli ausili tecnologici ideati, progettati e sviluppati, compresa una “piattaforma indossabile”, composta di un paio di occhiali e di una cintura particolari, che permette di muoversi in sicurezza in ambienti non conosciuti. Progetto che si è guadagnato, su 429 partecipanti, il premio indetto dalla Fondazione Vodafone. E un nuovo riconoscimento, sempre dalla stessa fondazione, è arrivato con il progetto “Poseidon 2.0”, nell’ambito del bando “Lo sport sempre”: un sistema che consente ai nuotatori non vedenti di sapere quando stanno arrivando al fondo della vasca e di muoversi al centro della corsia senza sbandare.
Ancora. Di recente l’associazione “vEyes” ha sviluppato un sistema che usa lo smartphone e un’apposita app per fare il test del “riflesso rosso”, cioè per scoprire tempestivamente nei bambini la cataratta congenita, o un tumore della retina. Una diagnosi precoce che ha un importante ruolo di prevenzione perché consente di salvare la vista e, nel caso del tumore, anche la vita.
Infine il progetto dell’orchestra per non vedenti. «Ho studiato musica e suono il pianoforte – premette Massimiliano Salfi – e mia figlia studia il violoncello. Ho scoperto solo adesso che le orchestre non sono accessibili ai non vedenti perché non possono seguire le indicazioni che il direttore d’orchestra dà con le mani e con la bacchetta. Così i non vedenti scelgono strumenti da solisti, in genere il pianoforte o la chitarra. Per loro è anche difficile imparare a memoria la partitura».
In questa ottica il prof. Salfi ha inventato un ausilio – che ha chiamato “Leonard”, in omaggio a Leonard Bernstein – una sorta di metronomo umano che converte il movimento della mano e della bacchetta in un clic che, attraverso una “cuffia” a conduzione ossea, arriva all’orchestrale non vedente. Poi la grande scommessa di realizzare la “vEyes Orchestra”. Ha cercato in tutta Italia musicisti non vedenti di qualità e che suonano strumenti diversi e ne ha trovati soltanto 13. Pochi. Dunque, soprattutto in prospettiva, si rende necessario fondare una scuola musicale per bambini non vedenti. E Massimiliano Salfi ha deciso di realizzarla a Milo, nell’ex colonia estiva che le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli nel 2016 hanno messo a disposizione dell’associazione. Si tratta di ben quattro edifici che si sviluppano per 48.000 metri quadrati, un campus cui è stato dato il nome di “vEyes Land”. Qui ci sono i laboratori dove studenti, tesisti e tirocinanti sviluppano gli ausili tecnologici; qui si tengono i corsi per non vedenti sull’uso del computer e delle nuove tecnologie; qui si fa attività di sostegno psicologico per le famiglie ai cui figli è stata diagnosticata una malattia che porta alla perdita della vista in modo che imparino ad accettarla e a gestirla, soprattutto grazie all’esempio dei tanti non vedenti che hanno una vita ricca e interessante; qui gli oculisti volontari visitano, appoggiandosi a strutture come il Santa Marta e il Policlinico; e qui sarà realizzata la foresteria per gli ospiti e il campus musicale.
Il progetto è stato sposato dal direttore d’orchestra non vedente Luigi Mariani, che insegna al conservatorio di Torino, che il 16 luglio prossimo dirigerà un concerto all’anfiteatro Lucio Dalla di Milo messo a disposizione dal sindaco e dalla Giunta. L’orchestra sarà mista, musicisti vedenti e non vedenti insieme in nome dell’integrazione. Parteciperà anche Francesco Manara, primo violino de La Scala. Il giorno dopo, il 17 luglio, si terrà il concerto di Stefano Bollani che ha deciso di donare interamente il ricavato dello spettacolo alla scuola di musica per bambini non vedenti.
Idee, progetti e realizzazioni che sono un “miracolo” dell’amore, dell’intelligenza e della volontà. Grande è il cuore di chi riesce a trasformare un dolore in una grande opportunità di vita e di felicità per tante persone.

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