Abbiamo chiesto a degli adolescenti che concetto hanno a proposito di disabilità, e qui di seguito vi proponiamo un primo intervento, di Flavia Ruggero, 15 anni. Ma certo matura più di molti cosiddetti adulti…
Cercando la parola “disabilità”, su internet, il primo significato che ho trovato è stato: “mancanza o assenza di abilità”. Non sono d’accordo. La parola abilità significa capacità di fare qualcosa e ognuno di noi ne è capace. Far nascere un sorriso spontaneo è una capacità che spesso i ragazzi che si definiscono “normali” non hanno perché troppo impegnati a piangersi addosso per l’incapacità di affrontare i problemi e gli ostacoli cui la vita inevitabilmente li sottopone. Dal mio punto di vista la diversità è in tutti noi. In fondo chi di noi è uguale ad un’altra persona? Anzi, la vera domanda è: chi di noi si può definire normale? La normalità annoia.
Per descrivere i ragazzi definiti “disabili”, posso usare un solo aggettivo: coraggiosi. Coraggiosi nel sorridere e nel far sorridere, coraggiosi nel rimboccarsi le maniche e lottare tutti i giorni. Ogni tanto penso a tutte le volte che noi adolescenti ci lamentiamo della vita e capisco la superficialità con cui “diamo fiato alla bocca”. Non è vero che tutti i problemi sono proporzionali all’età, perché conosco ragazzi, come la mia amica Arianna, che si confrontano tutti i giorni con delle sfide. Ragazzi così sarebbero autorizzati a cedere, a vedere il negativo in tutto, ma non lo fanno. Secondo voi questo non è coraggio?
Vorrei concludere dicendo, anzi, scrivendo semplicemente che dovremmo imparare tutti dal loro coraggio nell’affrontare la vita, tra mille difficoltà, barriere architettoniche e pregiudizi. Non lasciandoci abbattere da niente e nessuno.