Da centralinista a Religiosa, per trasmettere, a tutti ed a ciascuno, la gioia del Risorto. Maria Grazia Scaramuzza della comunità delle Suore Sacramentine Adoratrici non Vedenti, appartenente alla famiglia religiosa delle Piccole suore missionarie della carità, fondate da don Orione, ha donato la sua vita a Dio ed agli altri, vedendo nella preghiera e nei sacramenti il respiro dell’Anima. Di questo donarsi fa parte una rilettura provvidenziale della sua intera esistenza, offerta anche in questa intervista, nata dal fatto che, nella sua opera di servizio apostolico, questa religiosa usa il sistema Android. Cresciuta in una famiglia cristiana, ha frequentato da sempre la parrocchia, soprattutto nel cammino neo catecumenale. Ha anche partecipato a varie Giornate mondiali della Gioventù in cui la sua vocazione è fiorita. “Lì, racconta suor Maria grazia, ho capito che il Signore mi chiamava ad una vita di speciale consacrazione a Lui nella preghiera. Ma come fare? Da chi andare? I sacerdoti che conoscevo mi indicarono dapprima due comunità claustrali, dove la mia vocazione fu accolta con un certo scetticismo, credevano rappresentasse per me un rifugio, dovuto alla mia condizione. Non era evidentemente quella la via giusta”.
Una vera vocazione si tempra nelle difficoltà, non è lo slancio di un momento, ed infatti la nostra amica non si arrende. Lasciamole ancora la parola: “Sempre un sacerdote mi indicò le Suore Sacramentine, che non conoscevo. Il primo giugno del 1995 chiamai la Comunità per chiedere di fare un’esperienza. Questa famiglia religiosa percepì la mia vocazione come una grande grazia, perché proprio in quella sera in cui io chiamai, giunse in convento una statua della Madonna di Fatima nell’ambito di una preghiera per le vocazioni”.
“La Famiglia Orionina – spiega ancora la religiosa – ha nel suo carisma la vita attiva, vedendo nel malato, fragile ed indifeso, l’orma di Cristo, fattosi uomo per noi. In questo carisma, la comunità delle Suore Sacramentine Adoratrici non Vedenti condivide con le consorelle che si dedicano alla vita attiva le costituzioni e l’appartenenza religiosa, privilegiando, però, l’adorazione eucaristica”. Del resto nella Chiesa anche la contrapposizione azione-contemplazione, sfuma nell’orizzonte di un servizio che può, anzi deve, essere reso, sia facendo che pregando.
Ascoltandola parlare con entusiasmo di sé, della sua vocazione, della sua vita, si scopre come una autentica spiritualità sacramentale possa plasmare l’esistenza di una donna, una spiritualità che straripa nel desiderio di essere, pur se con tutti i limiti umani, dono. Spiega ancora la giovane religiosa, poco più che quarantenne: “La prima caratteristica della mia fede è la gioia, io, come credente, mi affido a quel Dio che mi guida nel cammino della vita. Dio si è fatto uomo, provando tutte le nostre situazioni eccetto il peccato. Questo ci aiuta ad avvertirlo presente nei frangenti lieti e tristi della vita. Proprio partendo dalla Resurrezione si comprende questo supplemento di speranza, di cui i sacramenti sono il prolungamento. Leggere il Vangelo, favorire la preghiera in famiglia, alimentarsi dei sacramenti, soprattutto la Riconciliazione, ci aiuta a nostra volta a riconciliarci, con Dio e con i fratelli, ottenendo una grande pace che raggiunge le profondità del nostro cuore”.
Una pace che traspare, veicolata anche solo dall’etere di un’intervista telefonica, con la voce calma e serena di chi ha trovato il suo posto nel mondo, ma questo posto, che coincide con una Persona e con una sequela, chiede di essere annunciato, proprio per la sua bellezza capace di avvolgerci, di stupirci.
Paolo parlò agli Ateniesi, lo fece con i mezzi di allora, la retorica e qualche artificio per catturare la loro benevolenza. La narrazione lucana degli Atti degli Apostoli ci trasmette un resoconto fedele di quel memorabile discorso.
La nostra suora usa i mezzi di oggi: puoi sentirla nei gruppi porre e, talora risolvere, problemi di altri.
La giovane religiosa appena entrata in convento si interfaccia subito con l’informatica. Inizia con il computer e poi con Android. Usa fondamentalmente questi mezzi per servire la sua comunità ora anche tramite il suo profilo Facebook in cui pubblica catechesi, preghiere, discorsi del Papa. Diviene collettrice delle richieste di orazioni che diffonde anche alle sue consorelle. Si dedica alla corrispondenza telematica della sua comunità servendosi anche di queste piattaforme, soprattutto social, per avvicinare i lontani. Una religiosa dinamica, che evangelizza con ogni mezzo, facendo rivivere, anche per queste vie eteree, la spiritualità orionina. “Cerco di essere fedele al carisma della mia famiglia religiosa. Vogliamo portare alla Chiesa i lontani tramite le opere di misericordia spirituali e corporali. Noi preghiamo per il Santo Padre, per le nostre consorelle ed i nostri confratelli immersi nella vita attiva, preghiamo per la Chiesa tutta e, naturalmente, per il mondo. La nostra stessa privazione visiva diviene, in questa prospettiva offerta, per chi vive lontano dalla fede”.
Proprio il Santo Padre Francesco ci invita a guardare Gesù in ogni persona, soprattutto in chi non viene valorizzato dalla “cultura dello scarto” che irretisce il mondo.“Ciascuna di noi Adoratrici, conclude Suor Maria Grazia, raggiunge dal suo inginocchiatoio ogni punto della terra”.
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