Somiglia a un ragazzo di 12 anni, si chiama Abel ed è il nuovo robot umanoide realizzato dai ricercatori del Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa, in collaborazione con la Biomimics di Londra. Abel, in grado di interagire, comportarsi e percepire ciò che lo circonda in modo analogo al nostro, è il risultato finale dalla fusione di due settori della ricerca: la robotica sociale e l’affective computing, condite dall’arte di alcuni dei maestri degli effetti speciali. Oltre ad interagire con l’uomo, il robot è contemporaneamente in grado di studiare l’interlocutore, osservandone moltissimi parametri, anche invisibili per l’uomo. Inoltre, Abel è in grado di elaborare concetti astratti, di affrontare ragionamenti deduttivi e induttivi e di formulare ipotesi. Inutile evidenziare come, in applicazioni con pazienti affetti da disturbi come Alzheimer, un robot simile possa essere usato per scandagliare le reazioni del paziente a una serie di comportamenti, per poi comprendere quali possano essere le migliori risposte. E chissà che, in futuro, non si possano immaginare anche applicazioni a supporto di disabili visivi che non dovranno, così, più dipendere da altri esseri umani e potranno beneficiare di maggiore libertà ed autonomia.
Nel mese dedicato alla celebrazione della donna, si fa più intenso il richiamo delle figure…
Alcuni mesi fa, Meta ha annunciato che presto gli occhiali Ray-Ban Meta 2 saranno in…
Perché la scuola primaria promuove la valutazione ortottica? Qual è la sua importanza in età…
Quante vite crediamo di aver vissuto. Quante ancora ne possiamo vivere, interpretare, sognare e raccontare.…
Il conflitto israelo-palestinese è una delle questioni più scottanti al mondo, che è stata capace…
Passiamo tutta la vita ad evitare il cambiamento, a lottare incessantemente contro la nostra caotica…