Bentornati cari lettori! Eccoci ancora qui per continuare il nostro percorso all’insegna dello sport visto non solo come competizione e agonismo ma anche come punto di partenza per una nuova vita, una vita migliore, una vita che, scalfita dalle intemperie che ognuno di noi deve affrontare, può racchiudere anche momenti di grande gioia. Momenti che proprio lo sport può regalarci.
Sono centinaia le associazioni che, in Italia e nel mondo, stanno nascendo e crescendo proprio per promuovere l’attività sportiva anche nel mondo della disabilità. Il nostro umile compito, proprio in questa rubrica, è quello di mettervi a conoscenza di discipline sportive poco conosciute ma praticabili anche a dispetto di qualsiasi tipo di disabilità. Disabilità che dovrebbe essere vissuta non come un macigno che grava sulla nostra vita ma come un punto di partenza per raggiungere obiettivi che nemmeno noi stessi avremmo mai pensato di poter raggiungere.
O COME ORIENTEERING
Conosciuto anche come “sport dei boschi” o “orientamento”, l’orienteering è una disciplina sportiva, nata nei paesi scandinavi, che consiste nell’effettuare un percorso stabilito e segnato con punti di controllo, detti “lanterne”, con l’aiuto di bussola e mappe dettagliate. Solitamente il luogo di svolgimento sono i boschi ma possono essere utilizzati tutti gli ambienti naturali. Tale disciplina è stata riadattata alle esigenze degli ipovedenti e dei ciechi. I partecipanti, con l’aiuto di mappe in rilievo, vengono organizzati in squadre miste. Con il sostegno, quindi, di compagni normodotati, si cercherà di raggiungere le lanterne, utilizzando non solo la vista ma anche il tatto, l’udito, l’olfatto e tanta, tanta logica. Lo scopo di tale disciplina non è altro che la scoperta del mondo naturale, all’insegna dell’avventura, del divertimento e della collaborazione con i compagni. Esperienza assolutamente da vivere!
P COME PARACADUTISMO
Per chi non lo conoscesse (sebbene dubito, a dir poco, che qualcuno non abbia mai sentito parlare di questa disciplina…), il paracadutismo è un’attività consistente nel lanciarsi da quote molto alte, raggiungibili tramite elicotteri o aerei. Raggiunta la quota desiderata, con l’utilizzo di un paracadute ci si lancia giù. Sembra banale a raccontarlo a parole, ma vi consiglio di provare, almeno una volta nella vita, un lancio. Non importa se si è ciechi o se non lo si è. Lanciarsi da 4.500 metri, sentire l’aria che ti sferza il volto, la pressione che ti tira giù verso il terreno e poi all’improvviso planare… sono emozioni cosi forti che raccontarle a parole è riduttivo. I soggetti ipovedenti e ciechi effettueranno i lanci tandem, ovvero in coppia con l’istruttore. Raggiunta l’alta quota, l’istruttore ci aiuterà a raggiungere il bordo dell’aereo e, con uno strattone, inizierà il lancio. E’ un’esperienza che chiunque può vivere. Serve solo un pizzico di coraggio e, forse, anche un po’ di follia!
Q COME QUIANBALL
Francamente non pensavo che esistessero sport il cui nome inizia con la lettera “q”. Cercando, però, mi sono imbattuto in una disciplina tanto curiosa quanto divertente: il quianball. E’ uno sport molto semplice che non richiede altro che l’uso di racchette, nonché di una rete e di una palla. Vi si può giocare sia individualmente che in coppia. I giocatori devono colpire la palla, la quale sarà legata ad un filo elastico, e far in modo di mandarla al di sopra della rete, senza farla sbattere. Nel caso in cui la pallina finisca contro la rete si perderà un punto. Purtroppo non sappiamo quanto questo sport possa essere praticato da ciechi o ipovedenti poiché non vi sono fonti attendibili da cui poter ricavare eventuali testimonianze. Siamo felici, però, di avervi fatto conoscere una disciplina poco praticata.
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