La Sicilia è terra meticcia, dove culture, gastronomie, dialetti, abitudini, coesistono in un’osmosi che, per quanto forte, non è mai capace di annullare le entità locali. Sì perché un siciliano è prima di tutto messinese o catanese, palermitano o agrigentino. Poi ci sono i paesi, ciascuno con la sua variante glottologico linguistica. Ti basta stare per poco tempo in Sicilia che, anche se sei continentale, distingui un palermitano da un catanese, questo è facile. Due sante, Agata contro Rosalia, due giornali, due squadre di calcio che però ora militano in serie diverse, ma in anni remoti si sono sfidate in epici confronti alla Favorita o al Cibali.La globalizzazione avanza e, se noi continentali ci fermiamo qui, un isolano può facilmente dire se una persona sia trapanese o di un paese vicino, forse pure quello, Erice, attaccato, nel cui territorio si trova il provinciale, lo stadio del Trapani.
Può lo schermo di un telefonino, può la voce anglica della sintesi Eloquence, ridurre a omogeneità monocorde, tanta e tanto grande varietà dialettologica? No, certamente no. Meno che mai può farlo un cronista continentale, che però rammenta gli arancini di forma diversa a seconda del loro ripieno. La brioche con granita ed altre prelibatezze gustate, in un pur breve soggiorno catanese, per l’apertura del centro vEyes Land. Rammenta, soprattutto, il continentale, la cordialità dei siciliani, che è affetto e gioia di ospitare, ancor prima che si palesi in gesti concreti.
In me vi è tanta Sicilia: dai seminaristi di Piana degli Albanesi, con cui ho studiato, al custode di un villaggio turistico in cui andai in vacanza che, appena entrammo, disse al nostro autista, noi si vedeva che eravamo continentali, “io mi porto alle provinciali”.Si candidava alle elezioni, ma in quel mi porto, si leggeva tutta la fatica di conquistare fiducia, voto su voto per guadagnare la vittoria alla sua coalizione ed un posto a sé stesso.
Sul tuo telefono, da oggi, puoi avere un’app chiamata “proverbi siciliani”, scaricabile qui.
Semplice a prova di babbu, sciocco, come dicevano i miei compagni seminaristi, affetti spesso da lagniusia, qualcosa di simile all’accidia, che toglieva loro la voglia di fare i compiti. Ieri mi pigliò a lagniusia. Era la fine: impreparati in tutte le materie, fosse stato pure Greco o Latino, discipline fondamentali al classico, contro la lagniusia nulla poteva resistere.
L’applicazione, una volta lanciata, propone il primo proverbio in una modalità casuale. Per avanzare esiste un solo bottone, vocalizzato unicamente come “pulsante”, che consente di progredire verso il successivo proverbio. Tutti, anche i più babbi, capiscono e possono usare l’applicazione. Da continentale conservo riserve su come Eloquence legga il siciliano e non so se, un abitante di Misilmeri, provincia Palermo, comprenda il dialetto del suo stesso paese, deturpato dagli eredi della perfida Albione. Però di ogni proverbio è disponibile la traduzione italiana. Solo alla morte non esiste rimedio.
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