L'immagine mostra un'atleta paralimpica e la sua guida

L’aneddoto popolare legato all’uovo di Colombo, sebbene probabilmente falso, la dice lunga su quanto, spesso, vi siano delle soluzioni ad un problema “ovvie”, giusto dietro l’angolo, se non addirittura sotto il proprio naso, senza che si abbia, in quel dato momento, la lungimiranza di coglierle al volo e metterle in pratica. Cosa c’entri tutto questo con il nostro ausilio tecnologico è presto detto!
Facciamo una premessa: Poseidon 2.0 è un sistema progettato in vEyes accogliendo una ben precisa esigenza esternata dalla campionessa paralimpica Anna Barbaro, ovvero quella di realizzare un sistema tecnologico che potesse segnalare ad un non vedente il fine corsa, in modo da evitare di doversi affidare alla presenza di due persone, una per ciascuna estremità della vasca, chiedendo loro di segnalare il momento della virata con un tocco sulla schiena, o sulla testa, attraverso un bastone. In fase di progettazione, studiando il problema, ci siamo resi conto che, per chi non vede, rimaneva anche un altro problema da risolvere: segnalare la perdita della rotta (cosa che, fino a prima della nascita di Poseidon 2.0 non aveva alcun tipo di soluzione).
Al progetto ha da subito creduto la Fondazione Vodafone la quale, attraverso la call “Lo sport, sempre”, ha deciso di premiarlo, consentendoci la realizzazione (altrimenti difficile da mettere in campo per una realtà no profit quale la nostra), con il grant concesso. I lavori di sviluppo e di test sono stati ultimati da una decina di giorni ma ecco che, fin da subito, sono apparse evidenti delle utilissime “varianti sul tema”. Durante la fase di risoluzione bug e test, anche per non stressare oltre modo Anna in acqua, si è portato avanti un approccio su “asciutto”, piazzando le telecamere parte del sistema ad una determinata altezza e chiedendo sotto, al tester di turno, di camminare affidandosi ai soli segnali acustici ricevuti in auricolare. Tutto questo prima con vedenti bendati, ma poi con non vedenti, tra cui la stessa Anna Barbaro. Come è possibile notare dal video al link seguente (fai clic qui per accedere al video), pur senza il consueto aiuto di Nora, l’amato cane guida, ma ancor di più l’amica di vita quotidiana, Anna, pur non vedendo, è stata in grado di seguire alla perfezione la linea “virtuale” (ma per ragioni di test disegnata anche a terra) impostata su Poseidon 2.0 come percorso da indicare. Oltre ovviamente a fermarsi o invertire il senso di marcia a fine corsia.

La foto mostra Anna Barbaro durante una sessione di nuoto

Ecco, dunque, che è lì che è scattata la scintilla, il nostro “uovo di Colombo”: oggi, un atleta non vedente, può affrontare la corsa solo unendosi, attraverso un laccio, ad un vedente che le corre a fianco e che provvede ad addrizzare la traiettoria ogni volta in cui tale intervento si renda necessario. Ma allora, perché non estendere Poseidon 2.0 proprio a tale applicazione? In fondo con una telecamera si riesce, al momento, a guidare un atleta per circa 25-30 metri. Basterebbe, dunque, posizionarne in alto una ogni tale distanza e far correre sotto, da solo, il non vedente, affidandosi solo ai segnali ricevuti nell’auricolare a conduzione ossea indossato. Magari, in un primo momento, ci si potrebbe affidare a cablare la pista solo per i 100 metri (utilizzando solo 4 telecamere), per poi valutare ulteriori opzioni di cablaggio dell’intero ciclo, lungo 400 metri (cosa che comporterebbe l’uso di una decina di telecamere).
E mentre ci si è appena messi in moto per cercare di pianificare diverse attività di divulgazione di Poseidon 2.0, cercando di vincere la naturale diffidenza, o resistenza ad installarlo ed utilizzarlo nei propri impianti, spingerlo con i delegati della federazione nuoto paralimpico affinché possa diventare uno standard in tante piscine, in vEyes, dove davvero non ci si ferma mai, si iniziano a mettere le basi, in parallelo, per nuove estensioni come quella appena descritta, ponendosi a questo punto un interrogativo: siamo sicuri che, dietro Poseidon 2.0, non si nascondano altre “uova di Colombo”, ovvero ulteriori semplici ma fondamentali utilizzi a supporto di una persona con disabilità visiva, che al momento non siamo in grado di cogliere, così come del resto ci era sempre sfuggito quello nel campo dell’atletica? Vi terremo costantemente aggiornati su quale sarà la diffusione di Poseidon 2.0, ma a questo punto anche su quanti e quali varianti ci riserverà questo affascinante progetto.

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