L'immagine mostra l'aurora boreale

Mi sono sempre chiesta come fossero i sogni di un non vedente: a colori, in bianco e nero? E le figure, i volti? I paesaggi, gli sfondi? Se non hai mai visto, come fai a sognare in maniera vivida? Naturalmente chi ha visto e poi ha perso la vista gradualmente è più agevolato, perché i suoi ricordi sono più vividi, reali.
L’onirico è visibile anche nei non vedenti?
Recenti studi qualitativi e quantitativi hanno dimostrato che la corteccia occipitale visiva produce immagini, seppur un non vedente non abbia mai beneficiato di tale esperienza. Altri ipotizzano che i non vedenti sognino così per come vivono la loro realtà. Forse l’immaginazione ha un ruolo fondamentale, immaginare e ricreare come del resto facciamo noi, normodotati,quando non conosciamo qualcosa. Ad esempio, quando non vediamo una persona da molto tempo, la immaginiamo così per come l’abbiamo lasciata l’ultima volta che l’abbiamo vista, anche se sono trascorsi anni. Già, l’immaginazione, qualcosa di astratto, qualcosa che dobbiamo comporre, di inedito, non reale. L’immaginazione è come uno scrigno in cui sono racchiuse tutte le nostre fantasie, le nostre intuizioni, i nostri sogni. Freud ipotizzava che il sogno fosse la via regia che conduce all’inconscio. Egli restituisce al sogno un’importanza rilevante per la nostra mente.
Alcuni non vedenti sognano i suoni, altri sognano ciò che percepiscono. I loro sogni non hanno colore. I sogni di un non vedente si modificano in base all’ascolto, alla descrizione narrativa, alle percezioni, suono, tatto, che sviluppano un’intera riserva di immagini. Percezioni che nascondono un’altra memoria. Le parole fanno sbocciare immagini e le denotano di luce. Quante volte i nostri sogni perdono di colore, sono bui, oscuri, privi di colore, perché ci avvaliamo di stereotipi, prototipi, dettagli inutili privi di fantasia. Solo che non ce ne accorgiamo,siamo distratti da tutto ciò che visivamente ci viene offerto.
La memoria è ciò che ci ha permesso di sviluppare al massimo la nostra percezione della realtà attraverso gli organi di senso. Attraverso la memoria visiva possiamo cogliere infiniti particolari e imprimerli nella nostra mente, particolari che non dimenticheremo più, come il volto di chi ci è più caro. Quante cose potremmo fare con il nostro cervello se solo lo volessimo, se solo ne conoscessimo al massimo le potenzialità. Perché alcune immagini si ricordano meglio di altre, forse perché dipendono dalla nostra emotività, da ciò che suscitano in ognuno di noi?Il fatto è che non ci rendiamo conto che in quel momento, in quel preciso istante, mettiamo in gioco altre percezioni, altre componenti sensoriali che non pensiamo di possedere perché appartengono a dei gesti meccanici, inconsapevoli. Del resto, dimenticavo, non abbiamo tempo di sentire, di ascoltare, di odorare, di gustare, di toccare e lasciatemelo dire di vedere, perché vediamo solo l’essenziale e abbiamo perso i particolari.
Cosa cambia, dunque, nel cervello di un non vedente, se strutturalmente è uguale al nostro? Un non vedente, non potendo utilizzare la vista, potenzia al massimo gli altri sensi. Il cervello, dotato di neuroplasticità, permette di acuire e potenziare altre aree. Quindi non è la vista che descrive il mondo, che ci permette di poterlo vedere nella sua complessità, ma l’approccio, la modalità, ossia gli strumenti che utilizziamo. L’approccio sensoriale ai contenuti della realtà fisica è perfettamente lo stesso, io guardo una sfera, il non vedente la tocca. Forse saranno diversi i tempi, perché il tempo nella sua manifestazione ottica ha un proprio luogo e spazio, è immediato.
Allora i sogni son desideri? Queste parole ricordano il testo di una canzone che ha accompagnato la mia infanzia. A quell’età tutto sembra essere possibile: gli uccellini che cantano con i topolini, Cenerentola che diventa una principessa. Quando non sai cosa fare segui i tuoi sogni e vedrai che diventeranno realtà.
Guardare dentro qualcosa può fare paura perché non sai cosa puoi trovare. Il sogno allora può aiutarci a vedere oltre, ad entrare in quelle stanze misteriose e affascinanti che possono rivelarci qualcosa. Questo esula dal fatto che si possa vedere o no.
Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. E nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita. William Shakespeare

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