L'immagine mostra Luigi Mariani, Direttore della vEyes Orchestra

Giunge alla sua  terza ed ultima puntata, in questo numero della nostra rivista, la pubblicazione di un “diario” sulle riunioni tenutesi a Roma nei primi giorni dell’anno in corso per discutere e avviare la costituzione della vEyes Orchestra, ensemble nel quale saranno inseriti strumentisti con disabilità visiva. E in questo resoconto finale si disvela la certezza cha dà forza ai protagonisti di un progetto tanto ambizioso quanto entusiasmante.…

La mattinata del 4 gennaio trascorre tranquilla: con l’ensemble ridotto ai minimi termini (e già in partenza non è che fosse un’orchestra sinfonica) resta poco su cui lavorare, almeno a livello musicale. Luigi e Lorenzo ne approfittano per provare le Romanze op. 94 di Schumann, pezzi brevi (originariamente per pianoforte e oboe ma adatti anche al violoncello) che il folle genio tedesco volle offrire a sua moglie Clara come regalo di Natale. Sarà un dettaglio, ma ci sembrano particolarmente adatte (specialmente la n. 2) a questi giorni di camini accesi, alberi adornati e piccoli ritratti di famiglia. Luigi e Lorenzo (i torinesi, benché nessuno dei due sia del tutto torinese, come del resto la maggior parte dei torinesi) si conoscono da tempo, ma solo recentemente si sono ritrovati, scoprendosi amici e sotto molti punti di vista affini. Per Lorenzo poter studiare con Luigi (e, grazie a lui, aver incontrato Elisabetta) ha dischiuso opportunità di crescita, musicale e non solo. Mentre i due provano, Massimiliano lavora sul suo portatile e intanto ascolta (come al solito, senza lasciarsi turbare da qualche stonatura e imprecisione). Giusi scrive. I ragazzi ascoltano e giocano.
Nel pomeriggio (a parte Luigi ed Elisabetta che hanno un appuntamento) ci vestiamo da turisti. Beh, dopo tutto sono pur sempre giorni di vacanza. E siamo pur sempre in una delle città più incantevoli al mondo. Non importa quante volte tu sia stato a Roma: avrai sempre voglia di ritornarci. Ci concediamo un lungo giro a piedi, da piazza di Spagna fino al Colosseo, naturalmente passando per la fontana di Trevi, che riesce a essere meravigliosa anche se lo spazio circostante è così gremito di gente che a malapena riusciamo a muoverci. E’ una serata tersa, non fa freddo, in giro c’è aria di festa. Perfino l’Altare della Patria in versione natalizia, con tanto di albero, pare un po’ più gentile.
A cena ci riuniamo tutti: è un’ulteriore occasione per conoscerci. Michele ci regala qualcuna delle sue proverbiali freddure (“non fidarti mai di un americano, perché… ti USA”). Emanuela snoda come un gomitolo l’inizio della sua nuova storia: c’era una volta una principessa di nome Bianca, che però aveva una passione per il colore rosa, così si fece costruire un castello tutto rosa, con cancello rosa, porte e finestre e mobili rosa e intorno piantò un giardino, con un ruscello dove vivevano solo pesci rosa. Arianna ascolta tutto con calma olimpica.
In serata (e poi al mattino seguente) c’è ancora tempo per qualche scambio organizzativo-musicale. Sappiamo tutti perfettamente che sarà un cammino duro, che questa orchestra è una sfida al limite del chimerico (il che significa praticamente tutta da inventare), che i più cinici (o semplicemente i più pigri) avranno ottimi argomenti per riderci dietro, che qualunque sia la direzione sarà in salita. Però intanto ci siamo. Ci siamo incontrati, parlati, abbiamo condiviso idee, abbiamo lavorato meglio che potevamo sul materiale a disposizione in questo momento. Molto si deciderà nei prossimi mesi. Luglio è dietro l’angolo (dirlo il 4 gennaio sembra strano, ma a livello organizzativo, considerando tutte le variabili da gestire, è assolutamente così). Abbiamo sogni ed energia da vendere. E una sola certezza: chi si mette in viaggio per cercare la musica non torna mai a mani vuote. Qualsiasi cosa accada.

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