La foto mostra uno smartphone Android che inquadra due barattoli simili tra loro ma dal contenuto differente

Pratico, ergonomico, naturalmente accessibile ma, soprattutto, utile. Il riconoscitore di oggetti che la Onlus vEyes dedica esplicitamente alle persone con disabilità visiva consente di creare un archivio personalizzato, scattando la foto di un oggetto che viene identificato con un processo di etichettatura vocale. Questo oggetto è, poi, riconosciuto dall’applicazione, qualora ci si imbatta in una immagine similare. Molti sono gli usi possibili di questa applicazione, tutti connessi con la vita quotidiana e con un’idea concreta di autonomia, che si sostanzia non tanto in roboanti dichiarazioni di principio, quanto in piccoli gesti.

Applicazione molto guidata, sia per il doppio livello di interazione che prevede possa essere comandata sia tramite pulsanti grandi, naturalmente etichettati, piazzati strategicamente in posizioni particolari dello schermo tali da non poter non essere trovati al primo giro perlustrativo di polpastrelli, sia con la voce, tramite alcuni comandi annunciati dalla stessa applicazione. Un vero e proprio paradiso per chi non vede che dimostra, incidentalmente, come per sviluppare applicazioni, generiche o dedicate poco importa, accessibili, basti solo un poco di impegno che però non può nascere se a monte non vi è quella sensibilizzazione delle facoltà universitarie che lo renda possibile. Da qui la nostra sinergia, non episodica, ma strutturale con l’ambiente accademico.

Ma veniamo a questa applicazione. E’ possibile effettuarne il download cliccando qui direttamente dallo smartphone, o cercandola per nome nel Play Store. Una volta installatala, verranno richieste alcune autorizzazioni: scattare foto e registrazione di video, registrare audio, accedere a foto o contenuto multimediale. Il corretto funzionamento dell’applicazione è garantito unicamente qualora tali autorizzazioni siano concesse.

Il nostro riconoscitore si rivela amichevole ancora prima di essere usato: fin dalla schermata di richiesta dei permessi da cui si può aprire, con un pulsante situato in basso, il pannello delle impostazioni per cambiare alcuni settaggi di base, penso soprattutto a quello dello schermo, ove questo fosse necessario.

Esploriamo ora la schermata principale dell’applicazione cercando, cosa non difficile, di intuirne contestualmente il funzionamento. L’orientamento dello schermo è annunciato dall’applicazione stessa, noi, comunque, mettiamo il telefono con la porta di caricamento rivolta verso il nostro stomaco. In alto troveremo i pulsanti.

1) Pulsante istruzioni. Vocalizza i comandi vocali riconosciuti dall’applicazione. Tali comandi sono molto intuitivi: riconosci, istruzioni, aggiungi, avanzato. Per noi polifemici è intuitivo. Avanzato o base va scelto a seconda del tipo di utente, per avere o non avere proposti i suggerimenti. Questo, naturalmente, qualora si voglia interagire vocalmente con il sistema. Conoscendo lo schermo, si può però farlo semplicemente anche tramite i pulsanti corrispondenti ai comandi descritti prima che si trovano sempre nella schermata principale. 2) Pulsante riconosci. Scatta una foto all’oggetto che si intende riconoscere per poi cercarlo nell’archivio. 3) Pulsante aggiungi. Aggiunge un oggetto all’archivio. Questi pulsanti si trovano immediatamente sotto ai primi. Affiancato agli ultimi bottoni indicati, troviamo esci.

La nostra rivista non si propone come obbiettivo di essere letta e scritta solo da ciechi che, metaforicamente guardandosi allo specchio, discettino della loro cecità. Vogliamo anche lettori vedenti ed un vedente, legittimamente, si chiederà: ma a cosa serve questo sistema? Per noi polifemici è intuitivo, scrolliamo le spalle ignari che gli altri ci vedano. Ma la domanda per chi vede è legittima. Denota curiosità ed apertura, meritando una risposta.

Certo, uno può arrangiarsi, comprando pacchi diversi per lo zucchero ed il sale, ammesso che ne trovi e puntando sulle dimensioni, la forma della scatola altri particolari, ma così potrà riconoscere il farmaco da prendere, ove il braille non fosse noto, un prodotto, ad esempio due formaggi con eguale confezione. Un piccolo aiuto che, parallelamente alla diffusione di Android, speriamo semplifichi la vita di molti.

Lascia un commento